sabato 24 settembre 2016

Fenix Tales - "The Abyss Eye" - Recensione Metal #8


A cura di Margoth

In questo momento di transito in cui l'estate spensierata abbandona le scene ecco che l'abbraccio autunnale ci avvolge portando con se le sue tinte oscure e malinconiche. Ed è proprio su questa scia che i "Fenix Tales" colorano la loro musica. La band Symphonic-Goth Metal fiorentina, fondata nel 2008 dal tastierista Marco, ci propone il full-lenght di debutto "The Abyss Eye". Mentre mi accingo ad inserire il CD nel lettore, mi soffermo ad osservare l'aspetto e la cura del Jewerly Case, dove una fenice fiammeggiante utilizzata come cover art, spicca su un fondo scuro. Essendo una persona molto curiosa, ogni qualvolta ricevo un album, non riesco a trattenermi dalla voglia di fiondarmi sul booklet interno, ed i Fenix Tales hanno deciso di dedicare a quest'ultimo solo un paio di pagine, in cui sono presenti una piccola biografia, la line-up e una foto della band; questo mi lascia spiacevolmente delusa, avrei preferito un booklet con tutti i testi presenti nell'album, in modo da poter avere un primo impatto sulle tematiche affrontate, cosa che spesso molti "ascoltatori" tendono a tralasciare. Senza lasciarmi avvilire dall' aspetto tremendamente semplice ed essenziale, che nel complesso caratterizza l'estetica del Jewerly, d'altronde "il libro non si giudica dalla copertina", inizio ad ascoltare la prima track. Il disco si apre con "Once Upon A time", intro che riesce immediatamente a catapultare l'ascoltatore nella dimensione oscura della proposta musicale della band, con orchestrazioni cupe e classicheggianti che danno spazio successivamente al secondo brano, "Friendly Darkness", in cui si erge il manifesto canoro di Lucia, soprano lirico dal timbro limpido e potente, che accenna un lieve ricordo alla ex cantante dei Nightwish, Tarja. Il brano è suddiviso in diversi momenti, alcuni più lenti dal tono angosciante e drammatico, dove il carattere operistico e classico elargisce maggiormente e che si alternano ad altri in cui la componente metal si integra sapientemente senza risultare eccessivamente irruente. "Confutatis Maledictis" è introdotta da un recitato in latino capace di suggestionare sin dalle prime note, la dinamica è caratterizzata da melodie inizialmente lente e che procedono in un crescendo dove la voce, sempre in primo piano, è alternata a riff di chitarra energici; di impatto sono anche le influenze “arabeggianti” che rendono la struttura del brano ancora più magica ed intrigante. "War" rievoca suoni di guerra, campane a suon di morte ed una malinconica pioggia scrosciante, il tutto incorniciato da splendidi vocalizzi ed un sottofondo pianistico. In seguito "Paths" il cui sospirato non è nient'altro che un miraggio soffocato dalle sonorità che acquisisce inaspettatamente questo brano, denota un carattere più aggressivo e potente. Nella title track "The Abyss Eye" la melodia vocale sembra richiamare il violino di Federico che istintivamente sembra lasciarsi ammaliare, rispondendo al suo fascino. Un intreccio particolare, seducente, in un' atmosfera macabra e pregna di mistero. La nota amabile è data da "LCI", dove un pianoforte accompagna la melodia dolce e armoniosa della voce, un pezzo lento, affascinante e suggestivo al tempo stesso. L' ultima track "Dolls" è esaltata dalla presenza del violino, che in solitudine canta su di un tenue tappeto sinfonico in cui senza preavviso, si inseriscono prepotentemente, avvalendosi di riff scattanti, le chitarre insieme alla batteria.
I Fenix Tales sono un gruppo di elevato spessore, le cui influenze richiamano gruppi come Epica, Lacrimosa, Therion e che si avvale di componenti tecnicamente preparati, di grande maestria e professionalità, ben distanti dal concetto di Symphonic Metal che negli ultimi anni sta dando alla luce band prive di identità, prede del "riciclo" e malpredisposte nel convincere chi ha fatto del metal "serio", il proprio stile di vita. Con un sound oscuro e a tratti più aggressivo delle chitarre e della batteria, unito alla dolcezza delle sinfonie e della voce da cui emerge un' eleganza ed una finezza nota a poche band, le uniche pecche sono probabilmente le scelte dei suoni della chitarra, che all' ascolto risulta un po' secca e la resa sonora della batteria, che risulta poco convincente; nonostante questo ho fiducia nel poter seguire l'evoluzione musicale della band, che sicuramente ci riserverà ulteriori sorprese per il futuro.

7 – 10

Margoth

Line Up :
Lucy Lucia Liù- voice
Alex - bass
Simone - drums
Federico - string
Niccolo' - guitar
Marco - keys

Genere:
Symphonyc Metal

Pese : Italia
Città : Firenze

Discografia:
The Abyss Eye - Fulll-lenght (2015)


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