giovedì 23 giugno 2016

Misteyes "Creeping Time" - Recensione Metal #2




A cura di Anthony

Ah ! Ma quanto è bella la professionalità ?! E questi ragazzi si che la dimostrano, basta parlarci per due minuti per rendersi conto che ci troviamo davanti ad una band di sicuro molto seria e preparata, che non fa fatica a dichiarare la propria professionalità, che poi, possano piacere o no, su quello non discuto, anzi, è per questo che mi accingo ad ascoltare il loro debutto sulla lunga distanza "Creeping Time", ma bisogna assolutamente riconoscere l' impegno e la rettitudine dei Misteyes : Diamo a Cesare, quel che è di Cesare !
Parlo di professionalità, innanzitutto perché sono gentilissimi e preparati, ma non potete capire il piacere di trovarmi una bella presentazione della band, con una biografia scritta come si deve, tralci delle recensioni precedenti e soprattutto una graditissima area illustrativa dell' album in questione, con uno spazio dedicato interamente al sottoscritto, segnato da una cura maniacale per i dettagli (il foglio con il logo, era stato inserito nella busta, in modo che aprendola con la mano destra, si vedesse come primissima cosa), è inutile dire che ho davvero, davvero apprezzato queste piccolezze, ma sono carinerie che una persona che si trova a lavorare con le bands, apprezza sicuramente, almeno per quanto riguarda il sottoscritto.
Ma, ovviamente, fino ad ora abbiamo parlato della forma, che per quanto mi piaccia, non è la sostanza e, quindi, non mi resta che prendere il CD dal suo bel cofanetto Jewelry e inserirlo nel lettore.
L' inquietante pianto di un neonato mi accoglie, sulle note di un pianoforte, è così che comincia "The Last Knell", che non ci elemosina cori macabri su synth oscuri e, dopo pochi secondi, la title track "Creeping Time", parte esattamente da dove si ferma l' intro. Un cavernoso growl si para davanti al nostro cammino, subito addolcito dalle vocals eteree e spesso operistiche della bella "Ainwen", ma, ciò che maggiormente colpisce, è il reparto strumentale. Un drumming preciso e acido, fa a cazzotti con l' epicità creata dalle chitarre e dalle tastiere e, l' intermezzo parlato, dona un enorme spessore al brano, rendendolo ancora più serio e profondo, tutto ciò, prima di sfociare di nuovo nel death-black metal, più grezzo e oscuro, reso epico dalle orchestrazioni. Un ottimo biglietto da visita per i torinesi, qualcosa che esce dall' ordinario delle band che uniscono voce cavernosa black-death, ad eteree voci femminili. "Brains in a vat", è la versione rimasterizzata del loro primo singolo datato 2012 e devo dire che qui si sente lo zampino di Marcyful Fate e di quel geniaccio di King Diamond, mai troppo apprezzato. Questa è la prima traccia in cui troviamo un Feat, ovvero la voce narrante di "Mattia Casabona" della band "Aspasia". Lo scream regna e anche la parte femminile, risulta abbastanza cattiva e va a rafforzare il senso di smarrimento. Mi sento come se mi fossi perduto in un cimitero notturno, pieno di nebbia e luci bluastre. l' unico luogo sicuro è una vecchia cripta abbandonata, ma sarà veramente il luogo migliore per passare la notte ? La carrellata continua e mi guardo intorno sentendomi vulnerabile. Un metal veramente particolare e magnifico quello dei nostri, che fonde le atmosfere tipiche del gothic e del doom metal, con la rabbia e la tecnica di Black e Death, il tutto condito con valanghe di orchestrazioni e sinfonie, da far impallidire i migliori Nightwish. Cosa ancora più palese in un brano magnifico come "Inside the Golden Age", dove lo scambio tra le voci aumenta notevolmente e dei blast beat furiosi, innalzano la song, rendendola piacevole anche ai puristi del genere, che spesso storcono il naso davanti a tastiere e componimenti operistici. Ma qui è il metal a farla da padrone, un metal veramente estremo e carico, ma che non toglie spazio o importanza alla parte più soft, ma che anzi, si fonde alla perfezione, rendendo il lavoro dei Misteyes, veramente oscuro e potente. Ci addolciamo leggermente con le soavi note di "Lady Loneliness", brano ripescato dal demo omonimo del 2014. Qui la cattiveria e la potenza ascoltata fino ad ora sono lontane, questa è una ballad puramente gothic che ricorda a tratti i Draconian di "Bloodflower". Sentimenti vari si sommano e si annullano in una ballad veramente straziante, un brano che ci fa godere lacerando il cuore con la sua potenza emotiva, in definitiva, splendido !
"The Prey" spazza via questa emotività trascinandoci nella sua folle corsa death metal, a cavallo di blast beat, con i Nazgul alle spalle, che prendono forma nel growl raccapricciante di "Irmin", mentre il cuore in gola, ci mostra nella testa la bellissima elfa che scappa, stringendo Frodo al petto : Corri Arwen, corri !! Uno stacco con un rallentamento dove possiamo prendere un po' di respiro e si torna  a martellare sulle onde dei synth. La presentazione della numero 7 "Destroy your past" poi, è veramente qualcosa di sublime, un riff vocale che si accompagna alle tastiere e ai pomposi cori con cui i Misteyes ci stanno viziando e sul serio, credo che qualsiasi cosa si possa dire su questo brano, sia totalmente superfluo e banale, bisogna ascoltarlo per capire. Ascoltare gli intrecci di voci, i blast beat e quello splendido Riffing creato ad arte, mescolando voce e strumenti, bisogna capire come un arpeggio in acustico, trovi il suo spazio ideale in un chaos rabbioso e controllato come quello del metal estremo, senza risultare banale e forzato, ma, anzi, donare spessore e meraviglia.
Da questo punto per tutti i brani restanti, i Misteyes si sono avvalsi di special guest di prim' ordine, ma andiamo per gradi. Ad accompagnare questi artisti torinesi, troviamo in "The Demon of Fear", "Roberto Pasolini" della band "Embryo", che si diverte a donare le sue vocals distorte alla causa dei nostri e devo dire che si sente ! La genialità dei brani precedenti, qui non fatica a farsi vedere. Fase più "lente" e melodiche, si alternano a fasi di assoluta rabbia ed ira, dove scaricare la tensione, che ci indotta a trattenersi dalla voce dolce di una fanciulla che canta alla luna. E torna alla  numero 9 "A Fragile Balance (Awake the Beast - Part 1)", la voce di "Mattia Casabona" degli "Aspasia", con questa volta delle voci clean maschili, in un contesto puramente operistico, dove il metal fatica ad entrarci e la lirica e gli organi trovano lo spazio per esprimersi al meglio. Un'atmosfera orrorifica da teatro abbandonato in stile "Il fantasma dell' Opera", fatta per essere ascoltata ad occhi chiusi e goduta come un film, un racconto per immagini, in musica ! Il contributo del militante degli "Aspasia", continua anche in "Chaos (Awake the Beast - Part 2)", dove torniamo in territori assolutamente metal e, dove al contrario di quanto ascoltato fino ad ora, sono lontane le voci femminili e la furia cieca, si impregna di orchestrazioni, per apparire più gonfio ed oscuro. Bjorn "Speed" Strid dei "Soilwork" (addirittura !) è l' ospite in "Decapitated Rose", brano numero 11 che mi accoglie con il suo intro di basso splendido e totalmente inaspettato, per poi tornare nella formula proposta all' inizio, dove le due controparti di Buio e Luce si alternano e si amano combattendosi, in questo vortice eterno, che è l' essenza stessa della vita, la spirale da cui trae energia tutto il creato !
L' ultimo brano (purtroppo) "Winter's Judgment", annovera tra le sue fila un altro grande nome del metal internazionale, cioè "Nicole Anspenger" degli "Eluveitie" ed il suo magico violino. Un sentimento espresso in musica, qualcosa di soave e misterioso che non può che affascinare e spaventare, soprattutto quando un growl sussurrato, evita di gridare e si limita a declamare il suo tormento a toni bassi e pacati, ma qui è la musica a farla da padrone. Le parole risultano del tutto superflue ed una musica già fino ad ora eccelsa, qui trova l' apice del suo componimento e, anche se le voci continuano a darsi battaglia, ciò che nasce dalla loro unione è pura arte. Un brano meraviglioso, così come meraviglioso è tutto questo "Creeping Time". Sono anni che non mi capitava un debutto così innovativo e superbo, un' opera che riesce a racchiudere tutti gli aspetti del metal estremo e della lirica più tormentata, con le tematiche che tutti i metalheads amano, come la vita e la morte, i temi filosofici e la sofferenza gotica, mescolata ad arte dal più sapiente degli chef, per la realizzazione di un piatto sublime come questo album. Un sound fresco e mai banale, un crescendo di sentimenti e uguali ed opposti, così, meravigliosamente illustrati. Il finale di "Winter's Judgment" poi, è qualcosa di superbo, assolutamente stupendo, non si può spiegare, dovete ascoltarlo per comprendere.
Se proprio, devo essere pignolo e trovare una minima critica (e credetemi, lo dico proprio perché non saprei che altra pecca inventarmi) a questa band, è quella del look, che appare si ricercato e coerente, ma visivamente poco curato, si può fare di meglio, ma, questo è un argomento, che ci riporta alla forma e dopo così tanta sostanza dimostrata, è del tutto irrilevante !
Quindi, se ancora non si fosse capito, filate ad acquistare Creeping Time dei Misteyes, lo amerete.

                                                                                                                       Voto
                                                                                                                       9 - 10
                                                                                                                     Anthony




Line Up :
Edoardo “Irmin” Iacono (Scream/Growl Vocals)
Denise “Ainwen” Manzi (Clean/Opera Vocals)
Daniele “Insanus” Poveromo (Guitars)
Riccardo "Decadence" Tremaioni (Guitars)
Gabriele “Hyde” Gilodi (Keyboards and Orchestrations)
Andrea “Hephaestus” Gammeri (Bass and Fretless Bass)
Federico “Krieger” Tremaioni (Drums)

Genere:
"Light and Dark Metal"

Paese :Italia
Città : Torino

Discografia :
"Brains in a Vat" - Singolo 2012
"Lady Loneliness" - Demo 2014
"Creeping Time" - Full Length Album 2016

Contatti:
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E-mail Ufficiale : misteyes.band@live.com
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